lunedì 30 giugno 2008

Commissione Cultura al lavoro su precariato e manovra economica


di Reginaldo Palermo
I primi giorni di luglio saranno particolarmente intensi per la Commissione Cultura della Camera: è prevista un'ulteriore audizione del Ministro ed il Governo dovrà rispondere sulla questione del precariato. Prenderà avvio anche il dibattito sul ddl Aprea. Nei primi giorni di luglio la Commissione Cultura della Camera si troverà di fronte a scadenze importanti.
Nel corso di tre sedute verranno affrontate alcune delle più significative questioni di cui si discute proprio in questi giorni.Martedì 1° luglio il ministro Gelmini interverrà per proseguire la presentazione delle linee programmatiche del proprio dicastero; subito dopo la Commissione darà avvio all’esame del documento di programmazione economico-finanziaria relativa alla manovra di finanzia pubblica per il periodo 2009/2013.
L’esame proseguirà anche nel pomeriggio e nella giornata successiva.
Il 2 luglio il Ministro o un suo delegato (in una circostanza analoga era intervenuto il sottosegretario Pizza) dovrà rispondere ad alcune interrogazioni, due delle quali (una della stessa maggioranza e una dell’opposizione) riguarderanno il piano di stabilizzazione dei precari.
L’interrogazione sottoscritta da diversi esponenti dell’opposizione (l’ha firmata anche l’ex ministro per la Funzione Pubblica Nicolais) sottolinea come con la precedente legislatura, nell’ambito di due leggi finanziarie, siano state approvate due norme che prevedono un piano di assunzioni per complessivi 167mila docenti e 30mila Ata e che al momento questo piano risulta realizzato solo in parte. Anche i deputati della Lega Grimoldi e Goisis fanno riferimento, nella loro interrogazione, al piano di stabilizzazione del precedente Governo e chiedono al Ministro se non ritenga opportuno procedere ad almeno 32mila assunzioni entro la fine di luglio (l’interrogazione è stata depositata il 18 giugno, quando ancora non si conoscevano i numeri delle immissioni in ruolo resi noti dal Ministro solo pochissimi giorni fa); ma la Lega chiede anche assicurazioni sulla prosecuzione del piano e sulle intenzioni del Ministro in materia di procedure concorsuali abilitanti atte a prevenire l'ulteriore formazione di personale precario.
Il 3 luglio sarà una giornata altrettanto importante: prenderà infatti avvio il dibattito sul disegno di legge di Valentina Aprea in materia di autogoverno delle istituzioni scolastiche, libertà di scelta educativa delle famiglie e stato giuridico dei docenti.
Non sarà certamente una settimana decisiva in quanto la Commissione si limiterà ad avviare la discussione
28/06/2008
Coordinamento Genitori Democratici Campania

giovedì 26 giugno 2008

ESITI DELLA CONSULTAZIONE DELLA SCUOLA FIORENTINA

A conclusione di un percorso che ha coinvolto tutti i sette poli scolastici in cui è suddivisa la provincia di Firenze, tutti gli interventi delle varie componenti scolastiche sono stati raccolti in modo sistematico per argomenti. La sintesi è stata restituita a tutti gli intervenuti e alle scuole della provincia, dopo di che si è tenuta l’assemblea plenaria, nel corso della quale i vari aspetti della riforma degli Organi collegiali della scuola sono stati votati punto per punto. La proposta che ne è risultata è di indubbia qualità, in primo luogo perché salvaguarda i punti di forza della vigente normativa, inserendo elementi innovativi che fanno ben sperare per l’auspicato rilancio di questi Organi. Il percorso seguito ha consentito di attingere alla viva esperienza di centinaia di genitori, docenti, studenti, dirigenti, personale ATA, e lo spirito comune di trovare il meglio per la scuola e per i nostri figli ha fatto convergere le singole posizioni verso una proposta unitaria e organica.
Poiché il nostro fine non è -né poteva esserlo- quello di stilare una proposta di legge, si riportano nell’ordine le proposte deliberate dall’assemblea:
1- Mantenere il Consiglio di Classe
Tutti i partecipanti ai nostri incontri hanno richiesto il mantenimento del Consiglio di Classe come spazio di confronto e di concertazione. Il rappresentante di classe è unanimemente considerato come lo snodo principe per un corretto rapporto scuola-famiglia, proprio perché i nostri figli possano “stare bene a scuola”. Per una maggiore efficacia, è stato proposto che il numero dei rappresentanti di classe sia di due in tutti gli ordini di scuola.Grande preoccupazione circa il fatto che ben 14 delle 15 proposte di legge avanzate nelle ultime tre legislature abbiano proposto l’abolizione del consiglio di classe con la presenza di genitori e studenti.
2- Formazione per i membri eletti negli OO.CC.
Strumento principe per riguadagnare l’auspicata partecipazione è stato univocamente individuato nella formazione. Una formazione che ogni scuola dovrebbe obbligatoriamente fornire alle persone elette negli Organi collegiali, in modo che possano svolgere efficacemente il proprio ruolo. È opinione condivisa che demotivazione e scarsa partecipazione sono essenzialmente da attribuire al senso di inutilità che prende rappresentanti e consiglieri a pochi mesi dalla loro elezione. Si ritiene che i genitori abbiano necessità di conoscere la normativa scolastica e di comprendere bene il proprio ruolo. Fa ad esempio pensare che nel corso degli incontri fiorentini molti genitori abbiano richiesto spazi di azione che la normativa attuale mette già a loro disposizione: evidentemente non la conoscono.Ancora formazione anche per tutti gli altri membri eletti nel Consiglio di Circolo/Istituto: docenti, personale ATA e studenti hanno necessità di conoscere le proprie competenze, la normativa, il bilancio.
3- Coinvolgimento delle Associazioni professionali della Scuola e delle Associazioni dei Genitori
La formazione non può essere però fatta in modo asettico. Per coinvolgere veramente non può limitarsi all’enunciazione delle norme, bensì deve portare l’esperienza vissuta di chi ha già maturato un percorso di rappresentanza nella scuola, le sue difficoltà, le sue soddisfazioni. Solo così, dalla passione e dai valori di cittadinanza attiva di chi ha sudato -e talvolta sofferto- nella scuola, si potranno “catturare” nuove leve di rappresentanti di classe e consiglieri.
La richiesta, ben precisa, non viene a caso, ma nasce dall’esperienza di 15 incontri di formazione effettuati dal FoPAGS di Firenze in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale: oltre 500 persone coinvolte, dibattiti serrati, voglia di studiare e di impegnarsi, e poi effettive ricadute all’interno dei Consigli delle Scuole fiorentine.4- Permessi lavorativiUn ulteriore elemento che può incidere positivamente sulla partecipazione, in questo caso solo dei genitori, è la possibilità di ottenere permessi lavorativi, anche non retribuiti, per partecipare alle sedute.
5- Consiglio di Circolo/Istituto
Unanimità sulla proposta di mantenere la presidenza a un genitore e un ugual numero di docenti e genitori nel Consiglio di Circolo/Istituto (genitori e studenti alle superiori). Unanime anche la presa di posizione a favore del mantenimento dei nomi “Consiglio di Circolo” e “Consiglio d’Istituto”. Il concetto di fondo è che la scuola deve essere una comunità educante e non un’azienda. Non si vede poi perché debba essere ridotto il numero dei membri, che operano gratuitamente e possono essere una grande risorsa per la scuola.Vista con un certo scetticismo la presenza stabile di esperti e di rappresentanti degli Enti locali all’interno del Consiglio. Si è ritenuto invece utile e necessario prevedere la possibilità di invitare esperti ed Enti locali in relazione alle materie da trattare, così come attualmente avviene.L’unico aspetto deliberato in Assemblea e che il FoPAGS di Firenze non si sente di condividere è la proposta di prevedere sì la presenza in Consiglio del Direttore dei servizi generali e amministrativi, ma senza diritto di voto.
6- Giunta Esecutiva
Si è ritenuto utile ripristinare la Giunta con tutte le sue precedenti funzioni, come utile momento di informazione e di dibattito, che aiuta a predisporre i lavori del Consiglio.
7- Numero minimo di sedute
È stata avanzata la proposta di vincolare i Consigli d’Istituto a un numero minimo di sedute, anche se qualcuno si è giustamente lamentato del fatto che si debba giungere a tanto per garantire il buon funzionamento dei Consigli. Anche per i Consigli di classe è stato richiesto l’aumento delle sedute annuali, perché altrimenti in due soli incontri risulta difficile per i genitori entrare dentro i problemi e soprattutto poter concretamente collaborare.
8- Consulta dei Genitori
È molto sentito il bisogno di un maggior numero di momenti collegiali. Dopo ampio dibattito si è giunti alla conclusione che la soluzione ottimale può essere una Consulta dei genitori nella quale entrino a far parte sia i genitori eletti nel Consiglio che i rappresentanti di classe. Positive esperienze in provincia di Firenze mostrano come la Consulta funzioni da efficace momento di incontro fra l’organo politico dell’istituzione scolastica e le famiglie, nel quale si scambiano informazioni, disponibilità e proposte. Notevole la ricaduta in termini di partecipazione delle famiglie alla vita scolastica e di soddisfazione da parte dell’utenza.La Consulta può costituire anche un luogo di dibattito in cui ospitare, a seconda dei temi da trattare, esperti del mondo del lavoro, rappresentanti dell’associazionismo e degli Enti locali. In tal modo la scuola si può rapportare efficacemente con il territorio, senza correre il rischio di condizionamenti esterni che potrebbero verificarsi con la presenza di esperti all’interno del Consiglio. Occorrerebbe poi prevedere la presenza di rappresentanti delle scuole alle apposite Commissioni istituite dagli Enti locali.
9- Investire sulla comunicazione
Ogni scuola deve essere obbligata a investire sulla comunicazione interna: luoghi fisici come una bacheca; uno “sportello genitori”, per il dialogo e per informare; commissioni paritetiche genitori-insegnanti; un sito internet efficace e facilmente fruibile; fino al “vademecum del rappresentante di classe”. Iniziative tutte che si vedono strettamente correlate allo scottante tema della
partecipazione.Coordinamento Genitori Democratici Campania

lunedì 23 giugno 2008

Proposte per una scuola partecipata dai genitori

Proposte per una scuola partecipata dai genitori
Scritto da Presidente
Sunday 22 June 2008
La dura presa di posizione del Portavoce dei Piccoli Comuni, Virgilio Caivano, sulla necessità di una scuola di qualità con un ruolo da protagonista per i genitori, ritenuti dal Portavoce di Piccoli Comuni, i veri azionisti di maggioranza della scuola pubblica, ha suscitato un grande interesse e sabato è stata ricevuta dal leader di Piccoli Comuni una delegazione di "genitori organizzati" della Puglia, Campania, Basilicata e Molise, per approfondire meglio le tematiche in campo.
L’Associazione “Genitori in movimento” ha inoltre inviato al Portavoce dei Piccoli Comuni una proposta utile per una scuola partecipata. Una proposta che il Coordinamento dei Piccoli Comuni ha deciso di rilanciare sulla rete per aprire una riflessione concreta ed efficace.
Genitori in movimento chiedono:
• Formazione delle rappresentanze affinché qualsiasi Patto si realizzi tra soggetti “pari” e consapevoli e rinnovi lo stimolo alla partecipazione quale espressione di cittadinanza attiva; • Piena applicazione, difesa e valorizzazione della collegialità attraverso la previsioni di meccanismi in grado di rafforzare la cogenza delle norme, riconoscendo alla scuola il valore di comunità che si fonda sull’apporto di tutte le sue componenti;
• Riconoscimento dei Comitati Genitori, in quanto stimolo alla partecipazione, quale organo collegiale non potenziale ma ordinario, attraverso una norma che ne disciplini la costituzione ed le regole generali di funzionamento, con funzioni consultive e propositive, creando altresì meccanismi di continuità;
• Attuazione delle procedure di autovalutazione attraverso meccanismi di cogenza con il coinvolgimento del collegio dei docenti aperto ai rappresentanti di classe e/o al comitato genitori e l’utilizzo di una “lista di controllo delle attività della scuola” quale verifica del corretto funzionamento organizzativo;
• Sottoscrizione del “contratto formativo” elaborato attraverso commissioni miste e ampiamente condiviso che preveda e garantisca gli standard massimi e minimi di apprendimento;
• Creazione di una banca dati delle rappresentanze con particolare riguardo ai presidenti quale strumento per favorire il collegamento;
• Istituzione dello Statuto e delle Consulte dei genitori in quanto parti della comunità scolastica al pari degli studenti ai quali tali strumenti sono riconosciuti ma anche in virtù del loro ruolo di tutela piena degli alunni dalla scuola dell’infanzia sino alla scuola secondaria di primo grado e condivisa con gli studenti nella scuola secondaria di secondo grado. Ingiustificabile limitazione questa anche nell’ottica della continuità scuola/scuola, Scuola/università ; Scuola formazione professionale. Infatti è proprio nel momento del passaggio dalla secondaria di 1^ a quella di 2^ grado che si segnala il maggior numero di bocciature e un incremento del tasso di dispersione e laddove serve la territorialità nell’uscita da un ciclo e l’ingresso in un altro, ed occorre l'orientamento in uscita che non sia mera informazione sulle scuole di un ambito territoriale.
• Rinnovo degli organi collegiali territoriali per la indiscussa centralità del territorio, che certo non può realizzarsi con la semplice previsione della partecipazione (ipotetica) di rappresentanti degli Enti Locali all’interno dei consigli di circolo o di istituto, ma che passi attraverso anche l’istituzione di Forum permanenti della formazione e informazione, all’interno degli stessi ambiti, auspicabilmente coincidenti con quelli del lavoro, aperti a tutte le componenti della scuola ed alla partecipazione consultiva di agenzie ed associazioni quale sviluppo naturale di un Osservatorio dei Bisogni Formativi (con compiti tecnici e istituzionali più precisi) per assicurare un’azione di collegamento- coordinamento attraverso incontri, attività di formazione e informazione e favorire quel dialogo che al momento manca, difettando altresì dei luoghi fisici di incontro e cooperazione. Le questioni come quelle dei debiti formativi o del pattoeducativo di corresponsabilità non possono risolversi senza una condivisione tra le componenti. La politica italiana - sostiene il Portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano - ha il dovere di dare risposte concrete alla urgenza di riforma dal basso della scuola come luogo di crescita della società. Una sfida alta che deve coinvolgere le famiglie, i media, l’economia e il sindacato. Una sfida epocale nel tempo del ferro e dei pensieri corti occorrono lungimiranza politica, passione civile e orizzonti valoriali di alto profilo etico.
L’Addetto StampaAndrea Gisoldi
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Coordinamento Genitori Democratici Campania