venerdì 1 agosto 2008

La scuola, palestra di democrazia

Maria Letizia De Torre*, 23 luglio 2008, 18:52
Politica
Le proposte del Pd sull'istruzione. Per un governo realmente partecipato e realmente degli istituti scolastici, naturale prosecuzione di un percorso iniziato nel 1974, con la legge che rivoluzionava la visione della scuola e la rendeva "una comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica"
Nei due anni precedenti trovandomi ad avere, come sottosegretario, la delega sugli organi collegiali, avevo cominciato a ‘leggere' la scuola da questa prospettiva e da subito mi era parso chiaro che affrontare il tema della loro riforma comportava il ripensamento di tutto l'assetto democratico della vita della scuola. E scuola e democrazia sono un binomio inscindibile, condizione irrinunciabile per sostanziare la comunità scolastica come luogo educante.
Nacque così subito un'idea: immaginare un nuovo disegno di governance della scuola come occasione per una iniezione di democrazia fresca, vitale. Uno studio di Euridyce, comparando le modalità con cui si insegnano elementi di educazione civica nei Paesi dell'UE (ahi noi l'Italia non è proprio tra i Paesi più virtuosi), osserva che, anche laddove la si insegna, rimane scarsa l'"esperienza di democrazia" che gli studenti e tutta la comunità scolastica fanno.
Ebbene proprio questo è il cuore della proposta di legge che vuole rinnovare "la partecipazione della gestione della scuola dando ad essa il carattere di una comunità che interagisce con la più vasta comunità sociale e civica". Queste virgolettate sono parole dell'articolo 1 della legge del 1974 con cui venivano istituiti gli organi collegiali. Continuità, dunque, poiché quella prima democratizzazione della vita nelle scuole ha segnato un confine non più rivalicabile. Ma innovazione profonda perché oggi la democrazia - lo vediamo nella crisi delle istituzioni e nel distacco dei cittadini dalla politica - è in profonda crisi. La sua dimensione rappresentativa non basta: occorre arricchirla di partecipazione, di corresponsabilità, di relazioni, di un intenso lavoro di rete, di dinamica tra particolare e universale.
La proposta di legge nasce da un percorso partecipato che ha visto docenti, studenti, genitori, dirigenti e studiosi confrontarsi in un seminario. Se ne è parlato anche all'interno della Conferenza nazionale sulla famiglia. Alcuni elementi sono emersi con chiarezza in modo convergente: il far ulteriormente maturare l'autonomia delle istituzioni scolastiche, l'urgenza di sanare la frattura tra scuola e famiglia, le forme diffuse e spontanee di partecipazione di genitori e studenti, la relazione tra la scuola e la comunità territoriale. E la necessità che non vi siano organismi pesanti e faticosi.
Ecco quindi parallelamente gli stessi temi snocciolati nei vari articoli: la dignità di autonomia statutaria alle scuole (certamente all'interno di criteri unitari che sono proprio lo scopo della legge) e il patto di corresponsabilità educativa come punto culminante del piano dell'offerta formativa; le consulte di genitori e studenti e altre forme spontanee di partecipazione. L'autovalutazione delle istituzioni scolastiche e la partecipazione attiva alla valutazione nazionale. E poi un governo leggero e sostanziale e partecipato e sempre in rete e aderente ai reali compiti della scuola ai vari livelli, nella convinzione che la scuola migliore è quella che nasce da corrette relazioni tra Stato, Regioni e comunità locali.
Questa proposta del Pd vuole essere una sfida ad un momento difficile della scuola e contiene valori antichi, ma in una visione coraggiosamente riformista: non una riforma delle forme della scuola, ma una riforma dell'essere della scuola. La proposta di legge è ora incardinata nella VII Commissione cultura, scienza e istruzione, abbinata ad altre proposte di legge della maggioranza. La speranza è che nel comitato ristretto si abbia la forza di predisporre un iter che al suo interno e nelle audizioni sia improntato ad una vera e seria partecipazione e che di conseguenza si componga un testo che faccia della scuola e delle scuole un laboratorio di rigenerazione della democrazia.
*Deputata Partito democratico
Coordinamento Genitori Democratici Campania

1 commento:

Anonimo ha detto...

troooooppi commenti!